Una
volta Argenio Ferrari
domandò al Ministro della Real Casa Falcone Lucifero perché Umberto II
nel 1981 non avesse commemorato i Mille Anni della Dinastia Sabauda.
Lucifero gli confidò che due anni prima il prof. Giuseppe Ugo Papi e
altri esponenti della cultura italiana avevano proposto al Sovrano di
celebrare l'evento.
Umberto II rispose che “non c'era nulla da festeggiare perché la
Dinastia Sabauda si estingueva con lui”.
E' una delle tante “rivelazioni” contenute nell'importante volume di
Argenio Ferrari Lex et Libertas in Potestate Regis, (Ed. BastogiLibri,
Roma), trecento pagine fitte di documenti.
Oncologo di chiara fama, medico personale di Lucifero, militante da
giovanissimo nel Partito democratico italiano di unità monarchica (una
cui
lista presentò alle elezioni comunali di Colleferro), cooptato nella
Consulta dei Senatori del Regno il 26 novembre 2011 con Luciano
Garibaldi e Pietro Luca di Windegg, alto dirigente dell'Unione
Monarchica Italiana
(se ne dimise irrevocabilmente nel 2012), cavaliere dell'Ordine dei
Santi Maurizio e Lazzaro per motu proprio di Umberto II e di altri
Ordini, editore e direttore di “Voce monarchica”, Argenio Ferrari è tra
le
“memorie viventi” della galassia monarchica italiana.
Nelle sue
pagine trova conferma l'esistenza delle “Memorie” di Vittorio Emanuele
III, dattiloscritte in cinque copie, ma tuttora avvolte nel
mistero.
Come il grande Giovanni Semerano, Domenico Giglio e altri monarchici
fermamente contrari all'inabissamento del PDIUM nel Movimento sociale
italiano (erede ideologico-partitico della RSI), operazione in perdita
sul piano elettorale, storico e morale, Ferrari pubblica carte
illuminanti,
come la prova (pubblicata nella “Gazzetta Ufficiale” del 1° luglio
1946) che neppure De Gasperi osò rivendicare la legittimità della
assunzione del potere di Capo dello Stato tra il 13 il 19 giugno 1946.
Di fondamentale rilievo, infine, è la “missione” da Ferrari additata ai
monarchici tuttora attivi in Italia: non la “militanza partitica” ma
l'impegno intellettuale perché “tanto più si fa cultura e si producono
fatti
culturali, tanto meglio si fa politica”.
Mentre le misure per il contenimento della pandemia non lasciano
intravvedere per altri mesi la possibilità di riunioni “in presenza”,
non per inerzia ma per doverosa prudenza, la Consulta è onorata di
chiudere
l'anno proponendo all'attenzione il volume del Collega Argenio Ferrari.
Esso prelude al Centenario del 1922, che ci impegnerà nella riflessione
sulla storia vera d'Italia. E' quanto si può fare.
Argenio Ferrari
Lex et Libertas in Potestate
Regis
BastogiLibri, 2021
20,00 €